mercoledì 7 novembre 2012

Conciliazione Cosa concilia con cosa?

Conciliazione: Cosa concilia con cosa?

Post tratto dal blog di Graziano Maino (mainograz.com/2012/05/07/conciliazione-cosa-concilia-con-cosa), socio Studio Pares di Milano,
formatore e consulente sui temi della qualità e della valutazione sociale

Le parole – si sa – sono importanti, in particolare quando identificano questioni sociali non secondarie per la vita di un sacco di persone. E sono ancora più importanti quando sono unanimemente impiegate in forma etichette (auto)evidenti. Bene, quando accade è la volta buona che passano idee indiscutibili, proprio in situazioni nelle quali discussione e confronto dovrebbero essere di casa.
Cosa concilia con cosa? Ci sono espressioni che mi sembrano imprecise (comode, brevi, veloci... ma imprecise):
Conciliazione tra vita e lavoro Viene da obiettare anche il lavoro fa parte della vita. L’espressione poi implica che il lavoro non è vita (a me pare che non sia così);
Conciliazione tra tempo di vita e tempo di lavoro La formula, a parte contrapporre lavoro a vita, introduce (forse) l’idea che siano i tempi a non trovare aggiustamenti sostenibili (sono solo i tempi che non si armonizzano?);
Conciliazione fra lavoro e famiglia Questa mi pare un’espressione migliore, se non fosse che si tratta di precisare il senso di famiglia (e qui si potrebbe discutere). L’espressione ha un aspetto interessante: implica che si possa ricercare la conciliazione tra il lavoro (di chi?) e la famiglia (e non solo la donna!). Ma il punto vero – per me – è che si tratta di conciliare il lavoro con molte altre attività;


Conciliazione tra tempo di lavoro e tempo personale Questa soluzione non mi dispiace, ma ha lo svantaggio di implicare una visione individuale della conciliazione. E ciò a causa di quel tempo personale (personale = del singolo al/la quale ci si riferisce);
Conciliazione tra tempi di lavoro e tempi personali Mantiene la prospettiva individualista ma almeno moltiplica gli elementi da conciliare (la sfumatura aiuta a percepire le molteplici strade percorribili?);
Conciliazione tra tempi di lavoro e tempi personali e della famiglia Ecco che – ancora una volta – nella società irriducibile a monoconformismi, trionfa il plurale. L’espressione non è orecchiabile ma si presenta come un accettabile compromesso(?);
Qualche altro suggerimento? Forse soluzioni diverse per le diverse situazioni? Forse è meglio lasciar perdere?
 Decidere quali sono le dimensioni esistenziali che vogliamo provare a (far) conciliare – almeno un po’, un po’ di più di quanto avviene adesso – significa introdurre il tema della responsabilità. A chi spetta il compito di lavorare per far crescere la quota di conciliazione che circola nella società?
A me piacerebbe poter conciliare: la dimensione familiare (sono papà e marito, ma anche figlio, fratello e altro ancora in termini di legami parentali); la dimensione sociale (abbiamo amici, anche se sull’amicizia in età adulta varrebbe la pena fare un qualche ragionamento); la dimensione civico-politica (la politica è un’attività impegnativa e importante, e ci sono tanti spazi per farla); la dimensione lavorativo-professionale (l’ho lasciata per ultima perché spesso mia moglie sostiene che metto il lavoro al primo posto. È possibile, qualche volta;-)

Pubblicato sull'inserto speciale FAMILY FRIENDLY , uscito nel numero di MACRAME' di settembre 2012.

Nessun commento:

Posta un commento