giovedì 31 ottobre 2013

“FERITE A MORTE” ARRIVA A TRIESTE



“FERITE A MORTE” ARRIVA A TRIESTE




La Spoon River sul femminicidio, scritta e diretta da Serena Dandini, il 31 ottobre fa tappa al Politeama Rossetti. In scena Lella Costa, Giorgia Cardaci, Orsetta de’Rossi, Rita Pelusio.
Dopo quindici eventi ‘sold out’ nelle più grandi arene italiane e alla vigilia di un tour internazionale che approderà all’Onu a New York, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, “Ferite a morte”, il progetto teatrale sul femminicidio scritto da Serena Dandini in collaborazione con Maura Misiti, ha intrapreso una nuova tournée sul territorio nazionale con un nuovo allestimento. Appuntamento il 31 ottobre alle 20,30 al Politeama Rossetti (V.le XX Settembre, 45) di Trieste per poi proseguire con un calendario serratissimo lungo tutto lo Stivale.
Serena Dandini ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una Spoon River del femminicidio, ognuna racconta la sua storia attraverso il linguaggio della drammaturgia, giocato, a contrasto, su toni ironici e grotteschi.
La scena teatrale è sobria: un grande schermo rimanda filmati ed immagini evocativi, la musica accompagna le donne a raccontare la loro storia assieme agli oggetti che hanno caratterizzato la loro tragica avventura. Sul palco, ad interpretare le vittime, quattro attrici che si alternano a dare voce a queste storie: Lella Costa, celeberrima protagonista dei palcoscenici italiani e icona del teatro civile, Orsetta de’ Rossi, volto noto del cinema e della televisione, Giorgia Cardaci, attrice attiva tra grande e piccolo schermo, e Rita Pelusio, fuoriclasse del teatro comico nostrano. A loro, sul palcoscenico del Politeama Rossetti si uniranno Rossana Bettini Illy (giornalista), Michela Cattaruzza (vicepresidente di Confindustria Trieste) e Alessandra Zigaina (giornalista TgR Friuli Venezia Giulia).
“Ferite a morte” si avvale del patrocinio del Ministero degli Esteri italiano ed ha come partner Eni, che dopo aver sostenuto il progetto dalle sue prima repliche, conferma il suo appoggio sia per la tournée nazionale, sia per quella internazionale, al via il 19 novembre a Washington.
La tappa di Trieste è realizzata grazie al sostegno di Itaca cooperativa sociale onlus, Confcommercio Trieste, Legacoop Friuli Venezia Giulia e Agenzia sociale 2001.
La messinscena dello spettacolo è a cura di Serena Dandini, coadiuvata dall’aiuto regista Francesco Brandi. “Ferite a morte” è una co-produzione Mismaonda srl – La Contemporanea srl.

“Ferite a morte” è anche un libro (edito da Rizzoli) e un sito
www.feriteamorte.it che raccoglie informazioni, petizioni, notizie sul tema della violenza di genere. Anche su Facebook e Twitter.
Biglietti da 12 a 29 euro in vendita presso la biglietteria del Politeama Rossetti in Largo Giorgio Gaber, 1 (Tel: 040-3593511). Orario fino al 27 ottobre: da lunedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19.30; domenica chiuso. Orario dal 28 ottobre: da martedì a sabato 8.30-12.30, 16.00-19.30; lunedì chiuso. Altre rivendite suwww.ilrossetti.it/biglietteria.asp. Biglietti disponibili anche on line sul circuito Vivaticket.
Bologna, 24 ottobre 2013
Ufficio stampa Mismaonda
press@mismaonda.eu
tel. 051.221411

mercoledì 30 ottobre 2013

CAMBIAMENTI!

CAMBIAMENTI!

Niente è duraturo come il cambiamento.
Ludwig Börne, Discorso su Jean Paul, 1826



Prosegue il ciclo di incontri sul tema dei “Cambiamenti” organizzato dall’associazione culturale "Aladura" e promosso da Cooperativa FAI.
Ricco il programma di questa sesta edizione che vanta un bilancio di 85 incontri promossi dal 2008, e una presenza di 12 mila persone.
Vi segnaliamo i prossimi appuntamenti dei mesi di  Novembre e Dicembre che si svolgeranno presso l’Auditorium Don Bosco, Pordenone.  



L’ULTIMO GIORNO

Incontro con Umberto Curi
Venerdì 8 Novembre 2013, ore 20.30
Sabato 9 Novembre 2013, ore 9.00 (per le scuole)
Umberto Curi è professore emerito di Storia della Filosofia presso l’Università di Padova e docente presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Con Bollati Boringhieri ha pubblicato “Pòlemos” (2000), “Meglio non essere nati” (2008), “Via di qua. Imparare a morire” (2011); con Raffaello Cortina, “Straniero” (2000) e “Passione” (2013).

NELLA RETE: LIBERTÀ?

Incontro con Aldo Giannuli
Venerdì 15 Novembre 2013, ore 20.30
Sabato 16 Novembre 2013, ore 9.00 (per le scuole)
Aldo Giannuli è ricercatore di Storia contemporanea presso l’Università di Milano. Consu- lente parlamentare nelle commissioni di inchiesta sulle stragi (dal 1994 al 2001) e sul caso Mitrokhin (dal 2003 al 2005). Con Ponte alle Grazie ha pubblicato “Come funzionano i servizi segreti” (2010), “Uscire dalla crisi è possibile” e “Come i servizi segreti usano i me- dia” (2012).

TUTTO SCORRE. CLIMA E MIGRAZIONI


Incontro con Massimo Livi Bacci
Venerdì 6 Dicembre 2013, ore 20.30
Sabato 7 Dicembre 2013, ore 9.00 (per le scuole)
Massimo Livi Bacci è professore di Demografia presso l’Università di Firenze. È socio dell’Ac- cademia dei Lincei e Senatore della Repubblica. Con il Mulino ha pubblicato “Conquista. La distruzione degli indios americani” (2005), “Storia minima della popolazione del mon- do” (2011), “In cammino” (2010), “Amazzonia. L’impero dell’acqua 1500-1800” (2012).

Per info 0434 383474, aladurapn@libero.it

mercoledì 23 ottobre 2013

MICROCREDITO DONNA


http://www.microcreditodonna.eu/index.html



Il progetto Microcredito vuol essere uno strumento di aiuto per tutte le donne
che vogliono "ripartire da sé" ovvero dalla possibilità di creare una propria
impresa, senza dover fornire garanzie reali alla banca, o chiedere aiuto alla 
famiglia, sia un genitore o il proprio marito/compagno. Il microcredito può 
risolvere il problema dell'accesso al credito che da sempre penalizza le donne
più degli uomini: tassi d'interesse maggiori, importi accordati inferiori e 
soprattutto maggiore richiesta di garanzie.

ENM non è un ente erogatore, quindi non dà direttamente del denaro,
 ma dopo aver valutato il singolo progetto, indirizza la futura imprenditrice 
verso le soluzioni giuste ed è uno degli enti che ha costituito un fondo di 
garanzia.

Quindi riassumendo:

1. ENM è uno strumento che compensa il divario di genere esistente, nell'
accesso al credito tradizionale.
2. Promuove lo sviluppo di specifici modelli e strumenti di microcredito in 
un'ottica di genere.
3. Valuta la performance sociale dei programmi rivolti alle donne.
4. Rafforza i programmi che favoriscono conciliazione lavoro famiglia.
5. Sensibilizza gli operatori del credito.
6. Fornisce un'informazione mirata al target femminile sugli strumenti.
7. Incoraggia le di reti di donne imprenditrici.
8. Contribuisce alla formazione della cultura imprenditoriale e finanziaria.

Socrate, Platone e la conciliazione

Vi segnaliamo il seguente post tratto da:

“Educazione”, “trasmissione”, “ruoli”, “tenere a bada”, “aspettative sociali che bloccano le scelte”, “difficoltà nostra ad affrontare il giudizio altrui”.
Eleonora Cirant
Eleonora CirantCon queste parole-chiave si era aperto il terzo laboratorio del corso “Spazio alle donne“, organizzato da Pares e Provincia di Milano sul tema della conciliazione e degli avvicendamenti al femminile.
Eravamo partite in aggancio alle due giornate precedenti, nel corso delle quali Laura Papetti e Anna Omodei  avevano ricostruito una mappa della presenza femminile nei luoghi dove si decide e nelle professioni. Presenza o per meglio dire assenza, tanto più evidente data la quantità di dati e di fonti che definiscono i dettagli di una sconcertante differenza di potere e di possibilità tra uomini e donne.
Differenza sessuale che si traduce in disparità, discriminazioni, talora dominio: un processo che ha radici profonde tanto nel passato della specie quanto nella vicenda di ogni singolo individuo e che si sviluppa ancora oggi, in differenti gradi, sia nel microcosmo delle relazioni che sul piano più esplicitamente politico. Se nel macro il processo è più evidente, più difficile è svelarne le dinamiche nel quotidiano. Eppure proprio lì sta la chiave della conciliazione, come anche le testimonianze su questo blog dimostrano.
Il laboratorio si aprì dunque con i racconti personali di alcune delle partecipanti.
Credo che sia una questione di educazione e di ruoli difficili da sradicare. Nonostante io abbia cercato di dare a mio figlio e mia figlia la stessa educazione, osservo che mio figlio non accetta di essere considerato alla stessa stregua della sorella, che ci si aspetti da lui le stesse cose che ci si aspetta dalla figlia. Inconsciamente, ovviamente non lo dichiara. Ma nei fatti non dimostra di essere su un piano di parità.
Un altro stralcio:
Sia da parte della famiglia che dalla società, ci si aspetta dalla donna un certo comportamento, e questo spesso blocca la donna nelle scelte. [...] Penso che la difficoltà non venga dall’esterno, ma è nostra, di affermare i nostri interessi. Temiamo il giudizio degli altri. Ad esempio, quando io me ne sono andata dalla Sicilia rifiutando di curare i genitori anziani e malati sono stata molto criticata.

Ruoli ovvero del saper amministrare

Tra le prime chiamate in causa, la parola ‘ruolo‘ viene dal latino “rotulum”, registro.
Ruolo: “elenco di persone redatto nelle più varie organizzazioni a fini amministrativi”
Il significato originario della parola è illuminante, a proposito di conciliazione, perché il tema dell’amministrare agevola parallelismi fra famiglie e organizzazioni lavorative: ambizione del conciliare è di essere cerniera tra questi due tipi.
Seguiamo la traccia: amministrazione. Dal latino ad-ministrare, servire, governare.
Amministrare: “Prendersi cura dei beni pubblici e privati”
La pratica dell’amministrare sfuma la linea che divide pubblico e privato. E’ il tema delprendersi cura a prendere il sopravvento, insieme a quello di bene. Un bene è qualcosa cui è socialmente attribuito un valore, materiale o immateriale. Sarà importante allora definire (modificare) i parametri di valore secondo cui qualcosa è un bene – qui ci riferiamo al fatto che il lavoro domestico non è calcolato nel Prodotto interno lordo e che la scienza economica ha trascurato, salvo di recente, di quantificare e studiare il valore dei prodotti del lavoro di cura.
Ancora un passo nell’etimologia, per illuminare il soggetto che a
mministra. E’ il ministro, radice latina minus, cioè meno più il prefisso ter (che indica una opposizione tra due). Dunque ministro è il più meno di tutti. Il concetto di più e meno insieme a quello di servire, richiamano la dimensione del potere.
Il ministro (la ministra) è colui (colei) che utilizza il proprio potere per prendersi cura dei beni pubblici e privati. In virtù di questo compito è iscritto in un ruolo.
Torniamo ora al tema sui cui insistono le politiche di conciliazione, cioè quello della dinamica tra differenza e disuguaglianza.

Muovere per conciliare

Conciliare implicherebbe dunque muovere, nel pubblico e nel privato (ri-muovere ostacoli, pro-muovere buone pratiche). Implicherebbe ridefinire/riscrivere i ruoli orientati all’amministrazione, cioè al prendersi cura dei beni pubblici e privati.
Per ri/muovere ostacoli e pro/muovere consapevolezza è necessario de-naturalizzare i ruoli, svelare l’imbroglio e denunciare quando il concetto di natura viene usato per scongiurare il pericolo che le donne alzino la testa e comincino ad usarla per essere libere.

Due passi nel mondo classico

Il Novecento ha travolto i ruoli sessuali. Eppure i vecchi rotoli, scritti millenni fa, mantegono ancora il loro fascino. Anzi, di più. Nella fatica dello scrivere rotoli aggiornati, quei papiri antichi e consunti sembrano davvero l’unica fonte autorevole. Un appiglio solido nel giramento di testa provocato dall’horror vacui dell’essere umano quando è liberato dalle proprie catene.
Sfogliamone qualcuno, di quei vecchi rotoli. Lo facciamo per ricordarci da dove veniamo. Prendiamo Omero. Chi, come me, ha sudato sui suoi poemi ai tempi dell’adolescenza, forse si ricorda di quanta amara misoginia ha dovuto ingoiare, tra una rima e l’altra, e senza battere ciglio: la prof. liquidò l’argomento in poche parole: “il contesto storico dell’epoca”.
Le virtù della donna omerica: 1° bellezza, 2° fedeltà al marito, 3° competenza nei lavori di cura.

… Ci ricorda qualcosa?

Il punto uno è tutt’ora il primo obbligo sociale per una donna. Con danno doppio per noi, perché l’obbligo sminuisce il piacere e non vi è dubbio che essere belle e farsi belle sia piacevole. Il punto due sta tornando tristemente alla ribalta dopo la parentesi degli anni Settanta e della liberazione sessuale. Le adolescenti sono ancora più violente dei loro coetanei nell’etichett
are come “troia” una compagna che mostra infedeltà al ragazzo. Quanto al punto tre, accenniamo soltanto di sfuggita alla tenacia con cui le donne stesse tengono il dominio della maggiore competenza in materia di infanzia e di faccende domestiche.
Ovviamente nessuno potrebbe affermare che la condizione delle donne in Italia oggi sia paragonabile a quella delle greche omeriche. Allora il dominio maschile era fuori discussione. Oggi … oggi abbiamo la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e contiamo “solo” qualche centinaio di femminicidi l’anno.

Torniamo in Grecia

La donna omerica è relegata all’interno della casa (oikos), non esiste al di fuori di essa. Unafuriosa misoginia straborda da tutte le fonti dell’epoca. La donna è considerata un “flagello”, il peggior male che sia accaduto all’umanità. La misoginia rimane costante e percorre i secoli dal 1000 a.c. fino ai giorni nostri.
Atene spicca nella storia greca come sinonimo di civiltà, di democrazia, di filosofia. Tra il VIII e il VII secolo prende forma la polis, la città, con i primi legislatori che fissano le leggi con la scrittura. E’ negli ultimi decenni del VII secolo che Draconte dà Atene le prime leggi. L’unica di queste leggi che ci è pervenuta vieta agli ateniesi di vendicarsi privatamente dei torti subiti.Tranne in un caso: l’adulterio.

La donna adulterata

Ad Atene un cittadino poteva ucciderne un altro solo in un unico caso e cioè qualora lo avesse sorpreso durante un rapporto sessuale con qualsiasi delle donne di casa: moglie, concubina, figlia, sorella, madre. Se l’adultero non è colto in flagrante, il cittadino colpevole riceve una punizione pubblica che tutti gli altri cittadini, non solo dal padrone di casa, avrebbero potuto infliggergli (in particolare: rasatura del pube – pratica femminile – e penetrazione praticata con un rafano). La donna invece non avrebbe potuto essere uccisa:
La donna non era mai considerata adultera, ma sempre “adulterata”, cioè vittima, anche se consenziente, della volontà altrui. La donna era considerata incapace di determinarsi, sia in bene che in male. (Eva Cantarella, L’ambiguo malanno, p. 54)

Socrate controcorrente

Socrate, controcorrente, affermò che una donna non è inferiore ad un uomo se non per diversa educazione e che le donne potrebbero avere una realizzazione spirituale e intellettuale se fosse loro concesso. La sua proposta era rivoluzionaria e non piaceva alla maggioranza degli ateniesi. “Per tutto il suo insegnamento, incluso quello sulle donne, Socrate rappresenta un elemento di rottura intollerabile” (Cantarella, p. 80).
Infatti sappiamo quale fu la sorte di Socrate. Fu condannato a morte nel 399 a.C., accusato di empietà. Sappiamo che scelse di bere la cicuta piuttosto che rinnegare le sue idee. La sua fu una condanna politica, avallata dalla maggioranza degli intellettuali dell’epoca.

Platone misogino si cava d’impaccio con la natura

Socrate aveva messo in dubbio che l’inferiorità della donna fosse naturale: aveva intuito la categoria di genere.
Il suo allievo più famoso prenderà la direzione opposta. Platone fu misogino come la maggioranza dei suoi colleghi filosofi e dei suoi concittadini.
Il problema di Platone, e dopo di lui di Aristotele, era al tempo stesso filosofico e politico. Dovevano cioè cercare di tenere insieme due affermazioni in contrasto una con l’altra: da un lato uomini e donne hanno la stessa identità in quanto specie, da un altro lato uomini e donne hanno diverse funzioni sociali, poste tra loro in modo gerarchico.
Platone e poi Aristotele incorrono in questo paradosso perché non distinguono tra sesso e genere, non hanno le categorie per discernere che un conto sono le caratteristiche sessuali primarie e secondarie (sesso), un conto il genere maschile e il genere femminile come costrutti sociali e come frutto di pratiche culturali. Vedono un disegno piatto anziché una forma tridimensionale.
Platone ne parla nella sua opera la “Repubblica”, dove afferma:
> in quanto parte del genere umano, le donne sono una parte del genere umano, dunque non presentano nessuna specificità e dovrebbero compiere le stesse funzioni dell’uomo
> la natura della donna è diversa dalla natura dell’uomo e a nature diverse corrispondono funzioni diverse
Insomma, sono uguali o diversi uomini e donne? Che cos’è la natura femminile?
Che cos’è la natura maschile?
Natura è la parola chiave del dilemma che ha attraversato i secoli e si propone ancora oggi. Ogni volta che sentiamo qualcuno spiegare un comportamento chiamando in causa la natura maschile, è ancora quella voce che parla. Un esempio tipico di questa specie di argomentazioni: “la prostituzione esiste perché l’uomo per natura deve sfogare i propri stimoli sessuali”. Lo stesso meccanismo è in atto nell’omofobia e nella ancora difficile accoglienza che incontrano sia il rifiuto e che la rinuncia della maternità da parte di molte donne.

Abitudini disfunzionali

Abitudini e schematismi sono funzionali alla sopravvivenza del singolo e della specie. La nostra vita sociale e psichica è costellata di comportamenti abituali disfunzionali, appresi in tempi remoti come risposta adattiva ed ora non più adatti alla nuova realtà. Vale per il singolo come per la collettività.
L’arruolamento delle forze maschili e femminili secondo il vecchio schema, se mai ha avuto un senso per la sopravvivenza della specie, non lo è è più. E’ evidente che la violenza sulle donne e sul pianeta è una vecchia abitudine disfunzionale.
Si potrebbe dire, della conciliazione, che aiuta a svelare i comportamenti disfunzionali in vista di un maggiore benessere della persona, delle famiglie, della comunità nel suo complesso. Perché sia possibile sono necessarie profonde rivoluzioni interiori.

lunedì 14 ottobre 2013

Condaghe: La comunità è un bicchiere mezzo pieno

Condaghe: La comunità è un bicchiere mezzo pieno: La comunità  è un bicchiere mezzo pieno di  andrea satta Macramè settembre 201 3 Definire ciò che è giusto e ciò che è utile ...

giovedì 10 ottobre 2013

Provincia di Pordenone e MCZ GROUP S.p.A insieme per favorire l'occupazione dei giovani


Provincia di Pordenone e MCZ GROUP S.p.A insieme per favorire l'occupazione dei giovani


03.09.13 14:02
Il Servizio EURES della Provincia di Pordenone e la società MCZ GROUP S.p.A., azienda d'eccellenza nel settore del riscaldamento domestico e della cottura da esterni, promuovono la terza edizione del progetto ''Job Creation'', iniziativa che intende assegnare 10 sovvenzioni destinate a 10 giovani disoccupati under 30 per vivere un’esperienza di lavoro all’estero. Rispetto all’anno precedente, riservato alle imprese europee, potrà partecipare al bando anche chi ha individuato un’esperienza lavorativa in qualsiasi località nel Mondo. Ciascun giovane selezionato riceverà un contributo di 2.500 euro come parziale copertura delle spese di trasferta, vitto e alloggio per un'esperienza lavorativa di almeno 4 mesi in un Paese europeo diverso da quello di provenienza.
GLI OBIETTIVI – Il progetto ha l’obiettivo di promuovere la crescita e la qualificazione professionale dei giovani, favorendo la loro concreta spendibilità in un mercato del lavoro sempre più concorrenziale e penalizzante. MCZ Group, che ottiene dall'export oltre il 70% del proprio fatturato, ritiene che aver lavorato all'estero sia un elemento chiave per arricchire il proprio curriculum. Tuttavia a volte sono proprio le difficoltà economiche a bloccare i giovani dall'intraprendere questo tipo di esperienze. Le sovvenzioni – che ammontano a 2.500 euro l’una – saranno un contributo iniziale per affrontare le prime spese, come viaggi, affitto, corsi di lingua o altro.
I DESTINATARI – All'iniziativa potranno concorrere giovani disoccupati, diplomati o laureati, tra i 18 e i 30 anni, residenti in uno dei 28 Paesi dell'Unione Europea o in Norvegia, Islanda, Lichtenstein, Svizzera. Per partecipare è necessario inoltre essere alla prima esperienza di lavoro all’estero e avere già in mano una concreta offerta di lavoro da parte di un'azienda europea o extra-europea. I consulenti EURES, presenti in tutto il territorio italiano, si impegneranno nella diffusione dell’iniziativa e saranno disponibili per fornire suggerimenti e consigli ai candidati durante la ricerca dell’offerta di lavoro. La domanda di partecipazione al concorso va presentata esclusivamente via raccomandata AR entro il 31 Ottobre 2013. Il bando e le modalità di candidatura si possono consultare alla pagina http://www.mcz.it/it/news/n36-job-creation-2013.html.


martedì 8 ottobre 2013

Al mercato torna lo sportello Informadonna


Al mercato
torna lo sportello Informadonna
CASARSA. Lo sportello Informadonna tornerà martedì al mercato settimanale di Casarsa. L’obiettivo è quello di informare la cittadinanza sull’attività che svolge e sulle iniziative del Punto informa...



CASARSA. Lo sportello Informadonna tornerà martedì al mercato settimanale di Casarsa. L’obiettivo è quello di informare la cittadinanza sull’attività che svolge e sulle iniziative del Punto informa legato alle politiche giovanili. In occasione dell’analoga iniziativa che si è tenuta a giugno, sono stati oltre 200 i contatti nel corner. L’iniziativa è voluta dal consigliere comunale Ingrid Culos, delegata alle politiche giovanili. Il corner sarà presente in piazza a Casarsa dalle 9 alle 12 e si avvale della collaborazione di alcune volontarie.

Lo sportello Informadonna, aperto da febbraio a palazzo De Lorenzi Brinis in collaborazione con la cooperativa Fai, è attivo il mercoledì, dalle 16 alle 18. È uno spazio dedicato ad attività di front office informativo sulle tematiche della conciliazione, delle pari opportunità, della famiglia. Si rivolge a donne e famiglie fornendo un accompagnamento anche mirato per la soluzione di problematiche. E’ prevista anche la promozione delle attività autunnali programmate dall’amministrazione civica per coinvolgere e informare i giovani.(d.s.)

mercoledì 2 ottobre 2013

Sportello Informadonna Casarsa: SPORTELLO INFORMADONNA AL MERCATO DI CASARSA : 8 O...

Lo Sportello Informadonna, attivato in collaborazione con la Cooperativa Sociale FAI il Puntoinforma-sportello di Casarsa e il Progetto Giovani del Comune di Casarsa della Delizia saranno presenti, in occasione del mercato settimanale di martedi 8 ottobre 2013 dalle 9.00 alle 12.00, con un gazebo informativo. 




Sarà occasione per farVi conoscere le nostre iniziative, e ascoltare le vostre esigenze e proposte.

Conciliare vita e lavoro: se il sindacato punta sulla contrattazione


Conciliare vita e lavoro: se il sindacato punta sulla contrattazione

Vi segnaliamo il seguente link tratto da:


Nella modernissima Lombardia, il tasso di inattività raggiunge tra le donne il 54.5%, contro il 36.5% degli uomini (dati Istat 2012). Ancora oggi le donne lavorano meno, e si prendono cura della famiglia. Se nel dibattito pubblico il tema della conciliazione vita-lavoro è ormai centrale - proprio la scorsa settimana Camilla Gaiaschi si interrogava circa la diffusione e l’utilità per le lavoratrici di queste politiche aziendali - le istituzioni lo hanno capito?
Il segretario generale della Cisl Lombardia Gigi Petteni ha recentemente dichiarato: “Come soggetto in grado di dare risposte, è compito nostro trovare un equilibrio tra le esigenze delle aziende e quelle delle persone conciliando, così, vita e lavoro” . Perseguire l'obiettivo richiede grande impegno: per questo – ci ha raccontato Paola Gilardoni, Segretario CISL Lombardia – la CISL ha deciso di dare vita a un esperimento, un nuovo progetto formativo per le donne del sindacato. “Per un buon governo della contrattazione”, è un corso di formazione rivolto alle dirigenti sindacali che operano nelle categorie dell'industria, del pubblico e dei servizi nei territori della Lombardia, nato proprio durante la fase congressuale dell’organizzazione. Nel corso dell'XI congresso della CISL Lombardia è stata infatti più volte ribadita la convinzione che la contrattazione decentrata costituisca una preziosa opportunità per sostenere le esigenze di recupero di competitività e al tempo stesso favorire il benessere delle persone. “Una pratica contrattuale – spiega la Gilardoni - che deve puntare a sostenere l'occupazione e incentivare politiche attive di lavoro, con particolare attenzione a favorire una buona occupazione dei giovani. E, al tempo stesso, deve promuovere la coesione sociale attraverso l’estensione e il rafforzamento delle tutele dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie”.
I due capisaldi dello sforzo di riorganizzazione e modernizzazione che la CISL ha ormai da tempo avviato - coinvolgendo inizialmente le strutture territoriali per arrivare prossimamente alle categorie – sono proprio la valorizzazione di pratiche innovative e la diffusione della contrattazione decentrata come strumento che coniughi obiettivi di miglioramento della produttività delle imprese e maggiore tutela economica e sociale delle persone. “L'esperienza contrattuale – prosegue la Gilardoni - non può però prescindere dagli uomini e dalle donne che quotidianamente fanno della negoziazione il proprio mestiere. Per questo è nata l’idea di investire sul gruppo dirigente in modo puntuale e orientato al raggiungimento di nuovi obiettivi”. In collaborazione con BilbioLavoro, Associazione Culturale della Cisl Lombardia, e con il supporto scientifico di Franca Maino e del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell'Università degli Studi di Milano – CISL Lombardia ha dunque studiato un’offerta formativa per la crescita professionale lo sviluppo di competenze “al femminile” delle dirigenti sindacali che sono impegnate nella contrattazione aziendale, sia nel settore privato che nel pubblico.
Per la prima edizione del progetto si è scelto di formare una classe di sole donne proprio perché, in fondo, neppure la contrattazione è “neutra”. “E’ innegabile – ci spiega la Gilardoni - che capacità relazionali, convincimenti, conoscenze, sensibilità, esperienze e competenze acquisite orientano comportamenti e scelte negoziali, portando innovazione e qualificando i contenuti della negoziazione”. Non basta quindi investire sui modelli, ma è necessario puntare sulle persone: la scelta di differenziare per genere non significa voler fare distinzioni, ma al contrario promuovere nuove opportunità di crescita attraverso la valorizzazione dell’individualità di ogni membro dell’organizzazione. “Senza dimenticare – conclude la Gilardoni – che il percorso non costituisce soltanto uno strumento di valore per chi ne beneficia direttamente, ma intende rappresentare un'importante occasione di accrescimento per l'intera organizzazione della CISL Lombardia”.
Il progetto, che si compone di sei moduli di didattica frontale più la stesura di una tesina finale, è iniziato nel mese di settembre 2013 e si concluderà nell'aprile 2014. Il corso si articola attraverso lezioni frontali e dialogo con i relatori, ma anche con letture individuali, esercitazioni simulate, elaborazioni di gruppo, filmografia, e incontri di carattere culturale. I relatori sono docenti universitari e dirigenti sindacali, ma anche rappresentanti di aziende e associazioni datoriali e consulenti.