mercoledì 23 gennaio 2013

Aumenta l'occupazione femminile, ma le madri restano penalizzate

Fonte helloimpresa.com

Tra il 1993 e il 2011 l’incremento dell’occupazione in Italia (1,66 milioni di unità) è stato esclusivamente femminile, ma per quelle che sono madri da poco reintegrarsi oppure mantenere il posto resta sempre difficile

Le mamme sono molto più penalizzate dei papà nell'accesso al mondo del lavoro: la probabilità di trovare lavoro per le madri rispetto ai padri è infatti 9 volte inferiore nel Nord, 10 nel Centro e ben 14 nel Mezzogiorno.
E' quanto emerge dal rapporto Istat 2012, che evidenzia come "le minori opportunità di occupazione e i guadagni più bassi delle donne, insieme alla instabilità del lavoro, sono fra le principali cause di disuguaglianza in Italia". E soprattutto tra i giovani che rischiano di essere "a lungo" atipici.
Tra il 1993 e il 2011 l’incremento dell’occupazione in Italia (1,66 milioni di unità) è stato esclusivamente femminile mentre per gli uomini c’è stato un arretramento di 40.000 unità. Nel 2012 però, altro lato della medaglia del lavoro al femminile, per le neo mamme è ancora complicato continuare a lavorare dopo aver avuto un figlio. Solo il 77,3% delle neo madri che erano occupate all’inizio della gravidanza lo sono ancora a due anni dalla nascita del figlio, un dato che è in calo rispetto all’81,6% del 2006. E tra i motivi per i quali si è lasciato o si è perso il lavoro (evento che ha colpito il 22,7% delle neo mamme che erano occupate all’inizio della gravidanza) crescono i licenziamenti con il 23,8% del totale a fronte del 6,9% del 2002/2003.
L’Istat segnala come per le donne il cammino nel mondo del lavoro sia comunque molto più complicato di quello degli uomini con una forte presenza nei contratti di collaborazione e nei rapporti a tempo determinato.
La crescita dell’occupazione femminile si è concentrata in questi anni soprattutto nei settori nei quali la presenza femminile era già relativamente più numerosa (insegnanti, ragionieri, infermieri, segretari, commessi, parrucchieri, camerieri, addetti alle pulizie e colf).
L'Italia è in fondo alla classifica europea per il contributo 'rosa' ai redditi della coppia: il 33,7% delle donne tra i 25 e i 54 anni non percepisce redditi, contro il 19,8% nella media Ue a 27. A superare l'Italia è solo Malta dove la percentuale sale al 51,9%. Subito dopol'Italia c'é la Grecia con il 31,4%. Al contrario, nei paesi scandinavi le coppie in cui la donna non guadagna sono meno del 4%, in Francia il 10,9% e in Spagna il 22,8%.

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