Vi segnaliamo la seguente pagina dal sito della Provincia di Pordenone
http://www.provincia.pordenone.it/?q=node/828
Nel triennio 2011-2013 sono state 1.625 le dimissioni di
neomadri in Friuli Venezia Giulia. Il profilo di queste lavoratrici è: età tra
i 26 e i 35 anni, nel 52,9 per cento dei casi sono neomadri del secondo figlio,
italiane nell'83,4 per cento e per il 48,4 per cento hanno anzianità di
servizio compresa tra 4 e 10 anni.
Nel 54,1 per cento dei casi lasciano il lavoro per
difficoltà di conciliazione dei tempi familiari, lavorativi e dei servizi.
Numeri allarmanti, che rendono bene l’idea di quanto, in materia di promozione
della conciliazione lavoro-famiglia, anche nella nostra Regione, ci sia ancora
da lavorare. A renderli noti, la Consigliera di parità della Provincia di
Pordenone, Chiara Cristini, a margine del seminario-laboratorio “Ripartire
dalle pari opportunità”, promosso dalla Consigliera di parità insieme al
Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, per il benessere di chi
lavora e contro la discriminazione dell’Amministrazione provinciale,
rappresentato dalla presidente Elisa Marzinotto.
L’incontro, nato con l’obiettivo di presentare alcune delle
azioni positive realizzate nel territorio pordenonese in tema di pari
opportunità, fra cui, ha ricordato Cristini, la sigla di un accordo di
collaborazione territoriale per la promozione della conciliazione
famiglia-lavoro nel mercato del lavoro della provincia di Pordenone,
sottoscritto lo scorso mese di luglio, su proposta della stessa Consigliera
provinciale di parità, da Provincia, Confindustria, Confartigianato,
Confcooperative, Legacoop, Confcommercio, Cgil, Cisl, Uil, Camera di Commercio,
è stato l’occasione per riunire attorno allo stesso tavolo «quei soggetti,
organismi di parità e pari opportunità, enti locali ed enti pubblici, agenzie
formative, imprese che, da diverse esperienze e prospettive, sono impegnati a
trasformare le problematiche connesse al genere in opportunità di innovazione e
sviluppo socioeconomico per il territorio» ha spiegato Cristini.
IL PRESIDENTE PEDROTTI - Numeri, quelli rivelati da
Cristini, contenuti pure nel Rapporto 2014 de "Il Mercato del Lavoro in
Friuli Venezia Giulia", stilato dal servizio regionale Osservatorio Mercato
del Lavoro illustrato nei giorni scorsi, nel Palazzo della Regione, ad Udine,
meritevoli di una riflessione anche da parte del Presidente della Provincia,
Claudio Pedrotti: «Colpisce come, nel contesto del mercato del lavoro,
relativamente all’occupazione femminile, i problemi siano sempre gli stessi,
ovvero quello della conciliazione tempi di vita-lavoro che si accompagna al
divario salariale fra lavoratori uomini e lavoratrici donne che, purtroppo, non
solo resiste ma si è persino con la crisi, nonostante gli sforzi spesi da tutti
sul tema della parità di genere». «La crisi ha colpito duro le lavoratrici,
costrette non solo in molti casi a restare a casa per accudire i figli e i
genitori anziani – ha proseguito Pedrotti – ma a fare pure i conti con un gap
di genere che si è fortemente rafforzato, in maniera più “maligna” di quanto
noi stessi percepiamo. Mi auguro che, l’incontro di oggi, rappresenti la base
di partenza su cui costruire un percorso di buone prassi condivise, che possa
essere seguito da ulteriori occasioni di confronto».
ANNAMARIA POGGIOLI – Parole, quelle del presidente della
Provincia, raccolte anche dalla Presidente della Commissione regionale Pari
Opportunità, Annamaria Poggioli: «Sul tema delle pari opportunità c’è ancora
tanto da lavorare» ha osservato Poggioli, illustrando, in sintesi, i progetti
che la Commissione regionale ha attivato e sta portando avanti in materia di
pari opportunità, auspicando un dialogo sempre più puntuale fra istituzioni,
parti sociali e mondo del lavoro: “il 71,3 per cento del lavoro familiare delle
coppie è ancora a carico delle donne, giornalmente la donna lavoro in media
un’ora in più dell’uomo, se ha un figlio un’ora e un quarto di più. Vi è la
necessità di creare una rete di servizi sui cui tutti dobbiamo convergere visto
che, una donna su due, lascia il lavoro per la famiglia nonostante la necessità
sempre più urgente che in ogni casa, visti i tempi, arrivino due stipendi».
Dati che, non lasciano spazio all’immaginazione
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